salta il buffering dei contenuti multimediali

«Ma se i rifugi non sono ancora pronti!»
«Comunque, in cantina si è sempre più sicuri!»
«Ah, sì? Magari a fare la fine dei topi!»
Parlavano tutti con un tono normale, senza alcun riguardo per la notte, come se tutt'a un tratto fosse diventato giorno. Quell'animazione improvvisa mi fece l'effetto di una cosa innaturale. E allora per la prima volta provai una sensazione che non avevo mai provato e così pensai che quella doveva essere appunto la sensazione della guerra.
Mia madre rientrò e disse: «Gli altri vanno sotto il portone. Cosa facciamo?»

Ermanno Olmi, Ragazzo della Bovisa

i Rifugi antiaerei

Il 10 giugno del 1940 l'Italia dichiara guerra alla Francia e all'Inghilterra.

Soltanto dopo cinque giorni, all'una e 48' di notte, suona per la prima volta l'allarme antiaereo nella città di Milano. Le incursioni degli aerei inglesi continuano per tutto l'anno, per poi arrestarsi nel 1941.

I bombardamenti, ripresi nel '42 e intesificatisi nel '43, colpiscono abitazioni, stabilimenti industriali e infrastrutture.

La città affronta la guerra con un sistema difensivo basato su una contraerea e una rete di rifugi.

Quando scatta l'allarme delle sirene la popolazione trova rifugio nei ricoveri antiaerei.

All'epoca Milano è dotata di circa 15mila rifugi.

Cantine

I rifugi antiaerei più comuni sono senz'altro le cantine.
Gli scantinati diventano i luoghi in cui riecheggiano non soltanto paura e angoscia, ma anche le avventure di coloro che all'epoca erano bambini e adolescenti.

il rifugio della fabbrica Breda

Almeno un centinaio di rifugi sono di carattere pubblico e alcuni di essi sono appositamente costruiti per affrontare il conflitto bellico.

Stabilimenti industriali come la Fabbrica Breda si dotano di sistemi per proteggere gli operai durante i bombardamenti.
Oggi il rifugio della fabbrica dismessa fa parte del Parco Nord Milano.

il rifugio di piazza Grandi

Costruito nel 1935, si trova al di sotto di una fontana, la cui struttura è in parte funzionale al rifugio stesso (ad esempio il torrione della fontana è progettato per favorire il ricircolo dell'aria nel ricovero). Al suo interno poteva accogliere circa 400 persone.

il rifugio della scuola di viale Bodio

Durante la II guerra mondiale le cantine di quella che oggi è la scuola primaria Giacomo Leopardi sono trasformate nel “Rifugio n.87”, in grado di ospitare fino a 450 persone.

il rifugio dell'Istituto Moreschi

I sotterranei dell'Istituto Moreschi sono adibiti a rifugio pubblico; i suoi locali, come nel caso della scuola Leopardi, sono a disposizione sia degli studenti sia degli abitanti del quartiere.

Sei arrivato alla fine di questo percorso [info sui contenuti],

scegli un altro luogo da esplorare!